Il titolo del libro richiama il motto nominalista che chiude il romanzo: "Stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus" - La rosa primigenia [ormai] esiste [soltanto] in quanto nome: noi possediamo nudi nomi - nel senso che come sostenuto dai nominalisti, non possiamo cogliere l'essenza delle cose, diversamente di quanto sostenuto da Aristotele e dalla dottrina cattolica di San Tommaso D'Aquino. Il titolo, inoltre, rimanda implicitamente ad alcuni temi centrali dell'opera. La frase "Stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus" ricorda anche il fatto che di tutte le cose alla fine non resta che un puro nome, un segno, un ricordo, così infatti è per la biblioteca e i suoi libri distrutti dal fuoco e per tutto il mondo conosciuto dal giovane Adso. Tutta la vicenda narrata è un continuo ricercare segni come si nota nella frase "libri che parlano di altri libri" e come suggerisce lo stesso Eco nelle Postille al nome della rosa. Le parole e i "nomi" attorno a cui ruota tutto il complesso di indagini, lotte, rapporti di forza, conflitti politici e culturali.
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